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In senso teologico e poi giuridico, il concetto di grazia è inscindibile da quello della sovranità di Dio e del potere mondano sulla terra che da essa deriva. Ma la sovranità di Dio chiama in causa la libertà dell'uomo ovvero la questione del "libero arbitrio", secondo una relazione in sé e per sé intrinsecamente dialettica, da cui dipende la prospettiva soteriologica. D'altra parte, la parola greca charis ha unificato in un unico termine la pluralità di termini che nell'Antico Testamento sono riconducibili all'idea di grazia. Per questa via, il concetto è di nuovo inscindibile da quello non meno abissale della bellezza, secondo una relazione che questa volta chiama in causa creazione e creatura. La prima direzione è metafisica e teologica, la seconda in senso lato 'poetologica'. L'ipotesi che la sorregge, risalente a Michel de Certeau, è che la poesia - inclusa la 'poesia cinematografica' - sia erede della mistica.